Michele, il nostro missionario in Brasile, ci scrive

Ciao a tutti parrocchiani di Barbaricina e Cep. 

Approfitto della giornata missionaria per scrivervi e salutarvi. Questa giornata all’interno del mese missionario straordinario con il tema “Battezzati e inviati” deve spronarci a fare memoria del nostro Battesimo e della nostra Confermazione, sacramenti che ci danno una “appartenenza” e un “invio”.

Quando iniziai a sentire il desiderio della Missione ad-extra, il primo pensiero fu: “ Voglio “aiutarli” nella loro terra perché lì hanno la propria storia e radici.. e poi troppi si approfittano di loro”. Ma quando inizia la formazione missionaria a Busto Arsizio e di seguito feci la prima esperienza in Bolivia mi resi conto che la Missione era ben altro, era un incontro principalmente con Dio, perché la Chiesa e ciò che fa nascere in noi mettendoci al suo servizio è opera di Dio che si fa presente nel nostro “stare ” in un luogo, perché ogni realtà è “sacra” e la prima cosa da fare è “guardare e ascoltare”, due verbi difficili da vivere quando arriviamo in un luogo con la testa già piena di idee e metri di giudizio secondo il nostro vivere e agire. Poi però, avendo vissuto oltre 3 anni di esperienza fuori dall’Italia l’idea della Missione prende un significato molto più ampio: la missione è ciò che si vive nel quotidiano secondo la propria vocazione specifica, “fedeli e obbedienti alla Santa Madre Chiesa” ( Testamento di San Francesco, Siena 1226 ). Obbedienza che non è stare con il capo chino, ma essere fedeli al nostro Battesimo, ricordando sempre delle origini e motivazioni del nostro servizio.

Qua a Parintins va tutto bene, è già un mese che sono rientrato ed ho ripreso a pieno ritmo, anche perché dopo pochi giorni dal mio arrivo subito sono salito in barca per le visite in 2 comunità.. come si dice da noi “nemmeno il tempo di ghiacciare”!!

Tornare in Italia per qualche settimana a Settembre mi ha fatto bene perché oltre che stare con i miei familiari e incontrare amici, mi ha fatto riflettere e vedere in modo “distaccato” il servizio che sto facendo in questa grande Parrocchia, le relazioni, il mio essere francescano senza “fraternità OFS” ma vivere una fraternità multiculturale; ma pure la responsabilità e la gratitudine verso la Chiesa di Pisa per l’invio che mi ha dato come Fidei-Donum: qua in fin dei conti sono il “volto” della Diocesi di Pisa.

Ringrazio Dio per le grandi opportunità che mi sta donando, una esperienza di Fede, servizio e “umana” bella e importante non senza fatiche e difficoltà, ma sono proprio queste ultime che ti “fortificano”.

E infine vorrei ringraziare tutti voi per l’accoglienza ricevuta durante le vacanze, per la vicinanza spirituale e nella preghiera, per il contributo materiale che ogni anno ci è inviato con le varie offerte che l’Unità Pastorale raccoglie, molto utili per raggiungere le comunità lontane (42 comunità rurali e indigene) sostenendole non solo con la nostra presenza.

Prima di salutarvi vi chiedo di pregare pure per questo Sinodo sull’Amazzonia, perché sia lo Spirito Santo a guidarlo e non le varie “correnti” ideologiche progressiste o tradizionaliste. Sicuramente vanno individuati nuovi cammini, ma come ha detto il Papa nel discorso iniziale: “Il Sinodo per l’Amazzonia, possiamo dire che ha quattro dimensioni: la dimensione pastorale, la dimensione culturale, la dimensione sociale e la dimensione ecologica.La prima, la dimensione pastorale, è quella essenziale, quella che comprende tutto.

Vi mando un abbraccio alla distanza cari parrocchiani… pregate per me e per questa missione e perché il Vangelo possa essere sempre un annuncio vissuto, un annuncio che passa molte volte dalla “Croce”.

Ma sappiamo bene che “senza la Croce non ci può essere Resurrezione”, resurrezione che significa una “vita nuova”.

Michele Lazzerini                               

                                         Parintins 10 ottobre 2019